Monday, February 13, 2006

Le Rune (prima parte)

Við hleifi mik sældo né viþ hornigi
Nessuno mi dette pane, nessuno il corno (per bere).
nýsta ek niþr,
Guardai verso il basso;
nam ek vpp rvnar,
raccolsi le rune,
œpandi nam,
urlando le presi.
fell ek aptr þaðan.
E caddi da lì.
(Hávamál, strofa 139)
Secondo la mitologia nordica, Odino ottenne le rune sacrificando se stesso a se stesso appendendosi, dopo essersi ferito con una lancia, per nove giorni e nove notti ai rami dell’albero Yggdrasil, l’Albero Cosmico, il Frassino del Mondo che nessuno conosce da quali radici nasca.
Odino diede alcune di esse agli Dei, altre agli Elfi, altre ai Vanir e, infine, alcune agli uomini.
Secondo un’altra tradizione, narrata nella Historia de Gentibus Septentrionalibus (1555) dell’arcivescovo svedese Olaus Magnus, sarebbe stato un certo Kettil Runske a portare le rune agli uomini rubandone tre a Odino e imparandone i segreti: Kettil usò il potere delle rune contro il proprio apprendista Gilbert, che aveva osato sfidarlo, richiudendolo per mezzo di esse a lungo in una caverna.
La prima attestazione del nome “Runa” appare su un bastone runico alemanno del VI secolo, e nella forma runo, probabilmente al singolare, sulla Einangsteinen, una pietra del IV secolo circa con iscrizioni in lingua Proto-nordica in antico Futharc, una delle poche a trovarsi ancora nel proprio sito originale, col significato di “segreto” (cfr. tedesco moderno raunen “bisbigliare”), a indizio che la conoscenza delle rune era legata al loro aspetto esoterico e divinatorio ed era probabilmente circoscritta ad una elite.
Foto Einang stone, Norvegia

Nella letteratura norrena vi sono parecchi riferimenti alle rune, ma nessuno di essi dà specifiche istruzioni sull’uso magico e divinatorio di esse. Una descrizione, alquanto vaga, di tale uso la troviamo nella Germania (98 d.C.) di Tacito[1] , nella Ynglinga Saga (1225) di Snorri Sturluson e nella Vita Ansgari di Rimbert o Rembert (arcivescovo dell’Amburgo-Brema fra 865 – 888).
Al di là del significato rituale sciamanico-divinatorio della scoperta delle rune e del fatto di essere, almeno alcune di esse, direttamente correlate con gli dei (ad esempio ansuz:

viene identificata con Odino), le rune sono un sistema di scrittura.

[1] 10. […]Virgam frugiferae arbori decisam in surculos amputant eosque notis quibusdam discretos super candidam vestem temere ac fortuito spargunt. (Tagliano un rametto di albero fruttifero in piccoli pezzi, li contraddistinguono con certi segni e li buttano a caso su una veste bianca)